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Lazio, futuro in corso. Inclusione sociale [ rpa.78 ]

Digitalizzazione della sanità e delle gare di appalto, informatizzazione delle procedure e public procurement, smart working, nuove tecnologie per la cultura, reti per rispondere alla domanda sociale, modelli innovativi nell’istruzione: la Regione Lazio ha intrapreso con determinazione la strada verso un’idea contemporanea di Pubblica Amministrazione, orientata alla trasformazione delle proprie attività grazie ai servizi digitalizzati e alla semplificazione. L’obiettivo è quello di garantire, attraverso l’utilizzo delle tecnologie e di nuovi modelli organizzativi, lo sviluppo di un territorio sempre più sostenibile e rispettoso dell’ambiente, con maggiore efficienza e più diritti, a fronte di un minor spreco di risorse.

A cura di

Programma dei lavori

Modera

Cardinali
Valentina Cardinali Consigliera di Parità - Regione Lazio Biografia

Esperta di mercato del lavoro e politiche di genere, svolge attività di ricerca presso l'Istituto nazionale di analisi delle politiche pubbliche (Inapp) dove è responsabile della Struttura Mercato del lavoro e coordina gruppi di ricerca in tema di analisi di genere del mercato del lavoro e politiche pubbliche. Già docente di Sociologia politica presso la Facoltà di Scienze politiche e di Sociologia generale presso la Facoltà di Lettere dell’Università Sapienza di Roma, è full member per l’Italia dell’ International Network on Leave Policies and Research (LP&R) e componente del Forum della parità del CNEL. Attualmente è componente della Commissione istituita dal Ministro del Lavoro su occupazione femminile e gender pay gap. 

Dal 2017 è Consigliera regionale di parità del Lazio e in tale ruolo coordina il Forum territoriale della parità del territorio della Regione Lazio. 

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Lavoro: la riduzione delle diseguaglianze di genere

All’interno della rubrica, è rappresentata l’attuale esperienza di Regione Lazio nell’utilizzo del public procurement per promuovere politiche pubbliche volte alla riduzione delle diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro. Sono, inoltre, introdotte alcune riflessioni sulle prospettive future di evoluzione nella valorizzazione di tali obiettivi, anche sulla base delle esperienze più evolute a livello internazionale.

Sabbadini
Andrea Sabbadini Direttore della Direzione Regionale Centrale Acquisti - Regione Lazio Biografia

Ho 41 anni, sono padovano di nascita e romano d’adozione. Dal 2003 al 2011 ho lavorato in Regione del Veneto, dal 2012 presto servizio presso la Regione Lazio. Dopo 18 anni di esperienza professionale nel settore della finanza pubblica, del governo della politica fiscale regionale e della gestione attiva del debito, da qualche mese mi occupo di procurement pubblico, scoprendo - con grande soddisfazione e curiosità personale - che tale strumento può essere fondamentale non solo per favorire la riqualificazione della spesa pubblica ma anche per stimolare, al pari della politica fiscale, la realizzazione di politiche pubbliche eque e sostenibili.

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Per la coesione sociale, territoriale e la parità di genere

Illustreremo il percorso che stiamo facendo per sviluppare l'approccio tramite le reti territoriali sociali e l'innovazione nei servizi sociali, nato dai progetti finanziati con il FSE 2014-2020 (es. agricoltura sociale; progetto per persone affette da sindrome autistica con il Conservatorio di S. Cecilia), sviluppato con gli stakeholders nel Focus sulla povertà per la Strategia dello Sviluppo Sostenibile. Le esperienze maturate sia a livello internazionale, sia a livello nazionale e regionale, negli ultimi anni di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, stanno spingendo la definizione delle politiche e delle strategie a tutti i livelli verso alcune tematiche, modalità di intervento e strumenti che si stanno dimostrando particolarmente efficaci. Tra queste, fondamentali si sono mostrate, soprattutto durante la pandemia, le Reti Sociali Territoriali e l’innovazione sociale. L’unica risposta possibile alla complessità del tessuto sociale è rappresentata dalla creazione di una rete complessa e articolata, in grado di rispondere, in modo integrato, ai bisogni nelle loro infinite associazioni, evitando frammentazione, duplicazione di interventi e dispersione delle risorse, e favorendo la condivisione delle responsabilità connesse alla costruzione del benessere collettivo. Un assetto organizzativo che guardi al territorio come luogo di formazione della domanda sociale, ma anche come risorsa utile ad una sua rielaborazione e possibile soluzione. Di fronte alla crescente complessità sociale non è più possibile, oggi, fornire risposte standardizzate: gli stili di vita, i modelli familiari, i rapporti di lavoro sono molto più diversificati di quanto non accadeva in passato. La semplificazione per gruppi target ha prodotto un’offerta di servizi preordinati e settoriali, che risulta inadeguata ad affrontare le concrete situazioni di vita. La territorialità degli interventi, in special modo in campo sociale, rappresenta una determinante significativa per il successo della presa in carico. L’esperienza dimostra che in presenza di iniziative progettuali radicate nelle comunità locali, dove le singole persone possano rimettersi in gioco, aumenta la possibilità di sperimentarsi in una nuova veste, di riconciliarsi e riconnettersi con il contesto. La comunità locale è il luogo di sperimentazione del cambiamento per eccellenza e quindi terreno di innovazione sociale, e come tale rappresenta un pilastro dell’inclusione attiva, che per essere attuata e sostenuta ha bisogno del massimo livello di prossimità. Di più, alla luce delle necessità emergenti legate al contrasto al COVID – 19, la dimensione territoriale decentrata rappresenta l’ambito nel quale le risorse economiche possono essere redistribuite in maniera più razionale per sviluppare interventi puntuali, valorizzando le reti di cooperazione locale, il volontariato, il Terzo Settore e contribuendo a promuovere un welfare generativo di comunità. L’inclusione attiva può trovare un ambito di realizzazione in un sistema territoriale nel quale sia possibile rispondere ai bisogni della persona. La creazione di Reti Sociali Territoriali, inoltre, contribuisce a creare comunità resilienti, consentendo anche ai poveri e alle persone fragili di resistere meglio alle perturbazioni e alle catastrofi improvvise e violente on solo di natura economica e sociale, ma anche ambientali e climatiche, come indicato nel primo Goal dell’Agenda ONU 2030. Le Reti, infine, hanno la possibilità di trovare metodi e forme di collaborazione e corresponsabilizzazione tra il Terzo Settore e gli Enti Locali, in attuazione di quanto stabilito dall’art. 55 del Codice del Terzo Settore, e potranno facilitare la costruzione di una cultura condivisa dell’agire amministrativo, che, snellendo responsabilmente l’infrastruttura burocratica a vantaggio della realizzazione di soluzioni concrete, favorisca lo sviluppo della coesione sociale. A fine intervento, faremo vedere un trailer di 3 minuti del docu-film realizzato da Fotografi senza frontiere sul progetto che abbiamo finanziato e che coinvolge il Conservatorio di S. Cecilia con i malati di autismo (progetto dal punto di vista scientifico e terapeutico unico in Europa), come esempio di come si può fare innovazione collaborando e facendo rete, coinvolgendo la comunità, non solo i soggetti istituzionali pubblici o privati che usualmente si occupano dei servizi, ma mettendo a sistema competenze e possibilità che attualmente non rientrano nel sistema dei servizi sociali.

Guglielmino
Ornella Guglielmino Direttrice per l’Inclusione Sociale - Regione Lazio Biografia

Avvocato, Direttrice della Direzione regionale per l’Inclusione Sociale dal 14 novembre 2019, con la quale ha affrontato la pandemia da Covid-19 sia dal punto di vista della elaborazione delle Linee Guida per la gestione delle strutture socio-assistenziali durante l’emergenza, sia con iniziative di sostegno economico alle famiglie, alle persone fragili, agli Enti del Terzo Settore, avviando, al contempo, un radicale rinnovamento del Sistema delle Politiche Sociali, attraverso la messa a punto di una nuova metodologia di programmazione sociale territoriale e una strategia innovativa per il passaggio dal welfare assistenziale al welfare di comunità, attraverso lo sviluppo di reti territoriali sociali, l’innovazione sociale e l’integrazione di servizi e risorse, con il sostegno allo sviluppo dell’utilizzo del budget di salute. È stata responsabile di numerosi progetti europei in materia di servizi sociali, lavoro e formazione. Ha partecipato all’elaborazione di diverse Leggi regionali, tra cui  la LR 18/2019 “Disciplina in materia di contrasto al lavoro non regolare in agricoltura” e la LR 4/2019 “Disposizioni per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”. È stata per 3 anni Direttrice Vicaria della Direzione regionale “Formazione professionale, FSE ed altri interventi cofinanziati”.  È dirigente di ruolo della Regione Lazio dal 2005 ed ha svolto l’incarico di Dirigente dell’Area “Affari generali” della Direzione Lavoro, Dirigente dell’Area “Programmazione dell’offerta di istruzione” della Direzione regionale “Istruzione”, Dirigente dell’area “programmazione interventi” della direzione regionale   Formazione, Dirigente dell’Area ““Politiche di Polizia Locale e Sicurezza Penitenziaria” della Direzione regionale Enti locali –Sicurezza. È stata componente del Comitato di Sorveglianza del POR FSE, del PON IOG e del PON SPAO.  È stata Commissario straordinario di Laziodisu (ente regionale per il diritto allo studio universitario).

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